
Grafene per la stampa 3D
Ottobre 24, 2016
CHIEDILO ALLA PLASTICA più leggera, più fashion, più tecnica
Novembre 13, 2016Nel 1986 Chuck Hall brevettò un “apparatus for production of three-dimensional items by stereolitography” (apparecchiatura per la produzione di oggetti tridimensionali tramite stereolitografia). A distanza di trent’anni la tecnologia dell’ additive manufacturing si è sviluppata al punto tale che le stampanti 3D si possono trovare anche nei grandi magazzini e sono utilizzate nei più disparati settori, dall’hobbistica alle applicazioni super professionali. In california fu realizzata la prima stampante 3D che utilizzò la “plastica” tramite un processo conosciuto come “fused deposition moulding” (FDM) che chiameremo d’ora in poi con l’acronimo FFF (fused filament fabrication) che non è proprietario.
Fino a poco tempo fa la scelta dei materiali per FFF ha limitato questa tecnologia: infatti su più di 3000 materiali disponibili per la produzione di manufatti con processi convenzionali, solo 30 erano disponibili per la FFF ed i manufatti ottenuti, in cui erano visibili gli strati depositati l’uno sull’altro, davano la percezione di essere di bassa qualità ed associati ad una attività hobbistica amatoriale, al contrario dei risultati ottenuti con altre tecnologie di additive manufacturing professionali come la sinterizzazione laser selettiva (SLS) o la stereolitografia (SLA).
Al K 2016 la tecnologia FFF è stata trattata come una vera e propria tecnologia professionale e pare che la scelta dei materiali utilizzabili sia di gran lunga aumentata:
- Covestro ha presentato un TPU in polvere per SLS, una resina liquida a base PU per SLA e filamenti in TPU flessibile ed in PC;
- Chemson ha aggiunto il PVC alla sua gamma di prodotti FFF;
- DSM è entrata quest’anno nel mercato del filamento in partnership con Nexeo per la distribuzione di un copoliestere flessibile per il mercato E&E e di una PA per il mercato auto;
- Victrex, in collaborazione con Airbus e EOS (produttore di stampanti) oltre ad altri rappresentanti del mondo accademico ed industriale, hanno mostrato la fattibilità dell’utilizzo del PAEK per produrre filamenti per applicazioni particolarmente esigenti.
- Solvay dichiara di impegnarsi per ottenere un ruolo di leadership ed allineare i suoi specialty polymers ed engineering plastics con la sempre maggiore crescita dell’ additive manufacturing.
Altre aziende sono già entrate o stanno entrando in questo mercato:
- Entro la fine del 2017 Evonik aumenterà del 50% la produzione di PA 12 in polvere per additive manufacturing, ottenuta da granulo con processo brevettato;
- Eastman Chemical e ColorFabb hanno messo a punto un prodotto per aumentare la velocità di stampa di filamenti flessibili, in genere lenta, e con resistenza termica di 130 °C che lo rende adatto alla sterilizzazione ed utilizzo in campo medicale.
E queste sono solo le più recenti.
Fonti:
Plastics News Europe novembre 2016



