Numerose ricerche dimostrano la presenza di microscopiche fibre in materiale plastico negli oceani, nelle acque dolci , nel suolo e nell’aria, in tutto il mondo.
Oltre a ciò, una ricerca di Orb Media, sito di informazione no profit, prova, ed è la prima volta, l’esistenza di una contaminazione da materie plastiche nell’acqua corrente di tutto il mondo. I risultati sono riassunti nella tabella seguente:
Continente/Regione/Paese |
% di contaminazione rilevata |
Mondo |
83 |
Stati Uniti |
94 |
Europa |
72 |
Indonesia, Jakarta |
76 |
India, New Delhi |
82 |
Libano, Beirut |
94 |
Uganda, Kampala |
81 |
Equador, Quito |
75 |
Ma quali sarebbero le fonti di questi invisibili particelle?
Lo studio cita, nella traduzione di Anna Bissanti per “la Repubblica”:
FIBRE SINTETICHE NEL BUCATO
I vestiti sintetici in pile, acrilico e poliestere rilasciano a ogni lavaggio migliaia di fibre microscopiche. Si calcola che ogni anno si riversino così nelle acque reflue circa un milione di tonnellate di fibre microscopiche e che almeno la metà di esse non venga sottoposta a trattamento e finisca nell’ambiente.
POLVERI DI PNEUMATICO
La polvere di stirene-butadiene degli pneumatici finisce negli scarichi e da lì in corsi d’acqua, fiumi e oceani. Ogni 100 chilometri percorsi, automobili e camion ne disperdono più di 20 grammi ciascuno. E polvere si somma a polvere. Si calcola che ogni anno la Norvegia, per esempio, disperda nell’ambiente un chilogrammo pro-capite di questo copolimero.
VERNICI
Polveri della vernice usata per la segnaletica stradale, le imbarcazioni e le abitazioni contribuiscono nella misura del 10 per cento e più all’inquinamento da microplastiche degli oceani. Alcuni studi hanno dimostrato che la superficie degli oceani è letteralmente ricoperta da polvere di vernice.
MICROPLASTICHE SECONDARIE
Sono almeno otto milioni le tonnellate di residui plastici malamente smaltiti che si riversano ogni anno negli oceani, nei fiumi e nei laghi del pianeta. Forchette, sacchetti, cannucce e contenitori di plastica usa-e-getta sbattono, si frammentano e si disgregano soprattutto nei mari freddi in pezzetti sempre più minuscoli che entrano nella catena alimentare marina e umana – le microplastiche del futuro. Negli ultimi dieci anni abbiamo prodotto più plastica che in tutto il secolo scorso.
FIBRE SINTETICHE NELL’ARIA
Soltanto adesso gli scienziati stanno iniziando a esaminare in che modo le fibre microscopiche raggiungano l’atmosfera e che ruolo abbiano come fonte di inquinamento terrestre e marino. Si sospetta che la dispersione di queste fibre dai tessuti si possa produrre anche soltanto per sfregamento degli arti quando si cammina, per esempio, e che finiscano in aria come i peli di un gatto. Uno studio del 2015 condotto a Parigi ha appurato che ogni anno finiscano nell’aria di una città tra le tre e le dieci tonnellate di queste fibre.
MICRO-PERLE
È stato calcolato che nel 2015 i corsi d’acqua degli Stati Uniti sono stati inquinati da ottomila miliardi di micro-perle, vietate negli Usa e in Canada nei prodotti per la pulizia della pelle e in alcuni cosmetici.
Cosa si può fare?
Secondo il documento l’unico modo per evitare l’inquinamento di aria, acqua e suolo è ripensare radicalmente la progettazione, l’uso, la vendita e lo smaltimento (scusate se è poco n.d.a) delle materie plastiche ed elenca alcuni metodi che sono attualmente utilizzati per ridurre questo problema: trasformazione dei rifiuti in energia; economia circolare; studio di nuovi materiali; soluzioni domestiche.
La ricerca suggerisce anche sette modi che noi potremmo mettere in pratica tutti i giorni per evitare che le microplastiche diventino un problema sempre pù serio (sempre dalla traduzione di Anna Bissanti per “la Repubblica”):
Non utilizzate sacchetti di plastica. L’utilizzo medio di un sacchetto di plastica è di circa 12 minuti, al termine dei quali viene buttato via. In compenso, i sacchetti possono continuare a esistere fino a 500 anni nell’acqua degli oceani, dove le tartarughe e altri animali marini li scambiano per cibo. Quando andate a fare la spesa prendete l’abitudine di portarvi appresso borse riutilizzabili e cercate di fare altrettanto per sostituire i contenitori usa-e-getta in plastica di panini o merendine.
Dite addio alla cannuccia. Ogni giorno nel mondo si utilizzano per una ventina di minuti (ma spesso molto meno) circa un miliardo di cannucce di plastica che poi finiscono nella spazzatura. Uno degli oggetti più usa-e-getta al mondo continua la sua esistenza per secoli nelle discariche e nell’ambiente. Tra gli inquinanti marini, infatti, predominano proprio le cannucce. La soluzione è semplice: dite addio alla cannuccia o procuratevene una di metallo da portarvi sempre dietro e utilizzare più volte.
Lasciate per un po’ nel cassetto i vostri pile. In un unico lavaggio, una giacca di pile può perdere fino a 1900 fibre sintetiche, che finiscono per saturare aria, acqua e suolo. Lavate i vostri capi sintetici meno frequentemente e utilizzate un ciclo delicato, così da ridurre l’effetto abrasivo che provoca la rottura delle fibre. Procuratevi filtri (per esempio i Wexco) in grado di catturare fibre fino a 160 micrometri di grandezza.
Igiene orale. Dopo aver utilizzato il vostro spazzolino da denti, in genere lo buttate nell’apposito contenitore affinché sia riciclato, ma in verità non ci sono garanzie che così avvenga. Cercate di utilizzare spazzolini da denti in materiali alternativi come bambù, legno e… banconote di dollari riciclate sul serio. (?!? n.d.a))
Mettete la vernice nel barattolo. In pratica, le vernici acriliche e in lattice sono plastica allo stato liquido con aggiunta di pigmenti. Quando lavate il pennello sotto l’acqua corrente, miliardi di micro e nano particelle di plastica finiscono nello scarico. Gli esperti suggeriscono di aggiungere sapone neutro a un po’ di acqua calda in un barattolo in vetro e di pulirvi il pennello. Fatto ciò, disfatevi dell’acqua di risciacquo del barattolo in discarica, come previsto per le vernici dalle normative locali. In alternativa, potete ricorrere alla vernice al latte: aggiungete succo di limone al latte e scremate il caglio, quindi aggiungete a ciò che resta pigmenti naturali: è in questo modo che un tempo si verniciavano vecchi fienili e mobili. I vostri amici hipster si roderanno dall’invidia.
Portate sempre con voi la vostra bottiglia personale. Un’unica bottiglia di plastica da un litro può frantumarsi in pezzetti microscopici in grado di ricoprire fino a un chilometro e seicento metri di costa. Comprate una bottiglia di vetro, invece che di plastica, o portatevi sempre appresso la vostra bottiglia personale riutilizzabile.
Fatevi dare un passaggio. Ogni anno nel mondo si producono circa due miliardi di pneumatici. La polvere di pneumatico finisce nei corsi d’acqua e da lì negli oceani, ed è una delle principali cause di inquinamento di questi ultimi. Fatevi dare passaggi, utilizzate i trasporti pubblici e incoraggiate i vostri amici a fare altrettanto.
Concluderei ribadendo il concetto che se la situazione del nostro ambiente a livello globale non è rosea, non dipende tanto dalla “plastica” in sé, ma dalla cattiva educazione dei singoli individui o dalla trascuratezza e incapacità delle autorità. Vorrei anche capire perchè, ad esempio, si raccolgono in maniera differenziata piatti di plastica e non le posate, che sono prodotte con gli stessi materiali.
Fonti (di cui consiglio vivamente la lettura):
http://lab.gruppoespresso.it/repubblica/2017/ambiente/inquinamento_plastica_acqua/