Il governo inglese ha svelato, l’11 gennaio scorso, un piano ambientale della durata di 25 anni, primo di un network di iniziative nazionali per implementare la New Plastic Economy in parecchi paesi nel il mondo, che farà, come i successivi, da complemento all’iniziativa globale della fondazione Ellen McArthur.
Il sito dell’organizzazione no profit WRAP, che collabora al progetto, nel riportare la notizia, evidenzia che se tutte le bottiglie non riciclate in UK in un anno fossero allineate l’una all’altra, esse formerebbero una catena che potrebbe girare intorno al mondo per 31 volte; sottolinea che si deve cambiare il sistema su larga scala se si vuole ottenere di più dalla plastica, per tenerla lontana dagli oceani e modificare anche la sua l’economia, che è necessario intraprendere ora i passi per cambiare le sorti del continuo aumentare dei rifiuti in plastica.
Per ridefinire ciò che è possibile e creare un sistema “plastica” che funzioni, in un concetto di economia circolare dove la plastica è apprezzata e non inquinante, l’ambiziosa iniziativa britannica necessiterà della collaborazione e dell’impegno di imprese, dell’industria, delle amministrazioni, delle autorità locali, di ONG, media e della società in generale.
L’olistica iniziativa è attualmente in fase di sviluppo con esperti della produzione e del consumo sostenibili della WRAP in partnership con la fondazione Ellen McArthur.
Dapprincipio il focus sarà sugli imballi, con l’intento di eliminare gli imballi monouso inutili e problematici; assicurare che tutti gli imballi siano riutilizzabili, riciclabili o compostabili; incrementare significativamente la raccolta ed il riciclo degli imballi in plastica; aumentare il contenuto di materiale riciclato negli imballaggi per indirizzare la domanda di materiale riciclato; coinvolgere e sensibilizzare la cittadinanza perché faccia la sua parte per ridurre gli sprechi ed i rifiuti degli imballi in plastica.
Affinché la plastica sia valorizzata e non produca più inquinamento è imperativo che ciascuno sia coinvolto, da chi la produce (marchi, rivenditori, imprese del food, fornitori di imballaggi, produttori di materie plastiche) a chi la raccoglie (autorità locali e servizi cittadini) a chi la tratta per il riciclo (gestori dei rifiuti e riciclatori) agli utilizzatori (cittadini), così come il governo, le autorità, le ONG ed i media. Tutti nel regno unito dovrebbero impegnati.
Questo vale per qualsiasi altro Paese purché ci sia la volontà di affrontare adeguatamente il problema, ma insisterei sempre sul fatto che noi cittadini, con il nostro comportamento e la nostra diseducazione, siamo i primi responsabili dell’inquinamento da plastica.
Fonte:
New initiative to transform UK plastics system and tackle plastic pollution